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Epifania do Senhor

 

La fiducia nella presenza dello Spirito e del Lógos (Parola) su tutta la terra ha condotto il Concilio Vaticano II ad affermare:

“Dobbiamo ritenere che lo Spirito santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto (ma il testo latino è molto più forte: consocientur), nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale” (GS 22). Con l’incarnazione il Figlio ha rivelato Dio facendosi uomo per incontrare ogni uomo; con la morte di croce ha rivelato Dio raggiungendo ogni uomo nella sua morte e disperazione; ha rivelato Dio con la resurrezione che è promessa di comunione e di salvezza per tutte le genti. Questo significa che l’universalismo cristiano si declina come universale bisogno dell’altro. L’identità cristiana avviene nel proprio oltrepassamento grazie all’incontro con l’altro: lì si realizza la logica pasquale come morte a sé per eccesso di amore. Il dialogo e l’incontro con altre culture ed esperienze religiose è al cuore dell’identità cristiana. “Entrando in contatto con le culture, la chiesa deve accogliere tutto ciò che nelle tradizioni dei popoli è conciliabile con il vangelo per apportarvi le ricchezze di Cristo e per arricchirsi della sapienza multiforme delle genti della terra” (Giovanni Paolo II). Il brano evangelico dei Magi ci porta ad affermare lo statuto dialogico del cristianesimo e il suo carattere transculturale (il fatto cioè che il cristianesimo non deve scegliere tra le culture, ma incarnarsi in quelle esistenti risignificandole in Cristo).

L’epifania di Cristo alle genti è anche il mistero della luce che illumina ogni uomo e ne orienta il cammino. Questa luce, riflesso della luce sorta dal sepolcro nell’alba della resurrezione, vuole trasfigurare lo sguardo umano rendendolo capace di vedere la presenza di Dio nella carne di un neonato, di riconoscere la grandezza di Dio nella povertà e debolezza di un bambino. Lo scandalo e il paradosso della fede cristiana è già pienamente attivo al momento della nascita del Messia.
Il bambino nato a Betlemme appare il dono di Dio all’umanità: dono non contraccambiabile e a cui si risponde con la gioia della gratitudine e della gratuità espressa dai doni dei Magi.

L’incontro dei Magi con il Messia non significa la fine della loro ricerca, ma il ri-orientamento del loro cammino: “per un’altra via fecero ritorno…”. Incontrare Cristo porta a cambiare strada, a convertirsi.

LUCIANO MANICARDI

Comunità di Bose
Eucaristia e Parola
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