Message de Bartholomée Ier, patriarche œcuménique
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XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
MISERICORDIA E PERDONO
Bose, 9-12 settembre 2015
in collaborazione con le Chiese Ortodosse
MESSAGGIO DI BARTHOLOMEOS I, PATRIARCA ECUMENICO
Al reverendissimo padre Enzo Bianchi,
Igumeno della Comunità Monastica di Bose,
grazia e pace da Dio Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo.
Con gioia siamo stati informati attraverso la lettera della vostra amata Reverenza riguardo all’organizzazione del XXIV Convegno annuale di spiritualità, che quest’anno reca il titolo “Misericordia e perdono”: attraverso tale lettera ci chiedete di inviare al convegno non solo una rappresentanza del Patriarcato ecumenico e di colui che è il suo Primate per misericordia di Dio, ma anche un nostro messaggio augurale da leggersi in apertura del convegno. A tali richieste noi corrispondiamo volentieri attraverso la presente.
Ogni virtù è una via che conduce alla salvezza, ai luoghi eterni e beati preparati dal Signore per coloro che lo amano. Proprio come esistono molti modi di vita attraverso i quali l’uomo può diventare santo e giungere alla salvezza, così esistono anche molti luoghi vicino al Signore, secondo la lotta e il valore di ciascuno.
Così, sebbene non esista virtù la quale non sia causa di santificazione e di salvezza, la carità, la misericordia e la compassione nei confronti dei nostri compagni in umanità occupano un posto centrale tra le altre virtù nell’insegnamento del Signore, nella tradizione patristica e nella vita della Chiesa. Poiché nient’altro è così gradito a Dio e niente è a Lui così caro come la compassione. Questa virtù della compassione, del perdono e della pazienza cammina davanti a Lui, insieme alla verità, ed essa verrà offerta al Signore al momento del giudizio come il dono più gradito. Anzi, niente il Signore, che giudica con giustizia, ricambia in maniera così abbondante come la compassione e l’amore verso gli uomini, dichiarando beati i misericordiosi “perché troveranno misercordia”.
Tutti noi che abbiamo ricevuto da Cristo l’onore di portare il suo santo Nome e formiamo il suo popolo, dobbiamo farci promotori di opere buone e gareggiare con il prossimo non nelle ricchezze e nella gloria vana di questo mondo, ma nel dimostrare una più grande compassione, mitezza, capacità di perdono e bontà. Attraverso l’imitazione della compassione di Dio cerchiamo di diventare dèi, nei confronti di coloro che sono sventurati. Di concedere la nostra tolleranza e la nostra condiscendenza a coloro che sono in disaccordo con noi. Di perdonare quanti ci attaccano. Di non vendicarci di coloro che ci hanno fatto torto. Di dare qualcosa, anche pochissimo, a quelli che hanno bisogno. Perché anche il pochissimo non è insighificante per Dio, nella misura in cui è commisurato alle nostre possibilità. Invece di qualche altra grande offerta, quando non ne abbiamo la possibilità, diamo la nostra buona volontà. Anch’essa è preziosa. Se non possiamo far nulla per il nostro simile che soffre, versiamo almeno una lacrima per lui. La compassione dimostrata con tutta l’anima è un farmaco molto efficace per guarire quanti sono nella sventura, come in tempi recenti ha mostrato Paissios del Monte Athos, appena proclamato santo, il quale, benché poverissimo e senza alcuna proprietà, alleviava la sventura di migliaia e migliaia di uomini. Perché la vera compassione è quella che dà conforto a partire dalla stessa sventura.
Così anche noi, discepoli di Gesù mite e amico degli uomini, il quale ha portato i nostri peccati dopo aver preso la nostra natura ed essersi fatto povero per noi affinché diventassimo ricchi grazie alla sua divinità, tenendo davanti ai nostri occhi un tale modello di compassione e di misericordia, purifichiamoci attraverso la pietà, la bontà e il perdono, per diventare bianchi come la neve. “Buono è l’uomo che ha pietà e dà in prestito: dispenserà le sue parole con giudizio; poiché in eterno non sarà scosso, in memoria eterna sarà il giusto” (Sal 111,5-6). Facciamo subito nostre queste paorle del Salmista, cerchiamo di corrispondere alla nostra vocazione e di diventare uomini buoni! L’amore per gli uomini è la sola virtù che non ammette dilazione.
Con questi nostri pensieri trasmessi a voi dal rappresentante della nostra modesta persona, il Reverendissimo Archimandrita p. Nifon Vassilakis, codicografo del Sacro Sinodo Eparchiale della Chiesa di Creta e professore, salutiamo il Convegno di Spiritualità Ortodossa di Bose, augurando che sia ricca la sua messe spirituale, invocando sugli amati membri della vostra Comunità Monastica e sui partecipanti a questo convegno l’infinita misericordia del Padre nostro celeste amico degli uomini e pieno di compassione.
17 Agosto 2015
Bartholomeos patriarca di Costantinopoli,
ardente intercessore presso Dio