Umile operaio della vigna del Signore
“Desiderare la vita eterna con tutto l’anelito spirituale. Pensare ogni giorno alla morte” (RB 4,46-47). Non è difficile immaginare che questi “strumenti delle buone opere” suggeriti da san Benedetto siano stati tra quelli più usati da Joseph Ratzinger in questo ultimo tratto della sua vita: per lunghissimi anni e in ruoli ecclesiali sempre più apicali aveva testimoniato per tutta la vita un altro strumento, essenziale: “Non anteporre nulla all’amore di Cristo” (RB 21).
Ora che anche per lui, che aveva scelto proprio Benedetto come nome da papa, nulla più si frappone all’amore di Cristo che lo accoglie e all’incontro con Colui che ha tanto cercato, noi fratelli e sorelle di Bose desideriamo rendere grazie al Signore per aver donato alla Chiesa e al mondo un testimone fedele del Vangelo come papa Benedetto XVI.
Altri sapranno ricordare le molteplici ricchezze della sua sapienza e del suo prodigarsi quale “umile operaio della vigna del Signore”, come presbitero, teologo, vescovo e poi papa. Altri evidenzieranno la portata epocale della sua rinuncia al ministero papale. Noi, come monaci e monache, ci soffermiamo solo sul profondo amore di Benedetto XVI per la Parola di Dio, letta, meditata, pregata e annunciata. È da questo amore per la Parola che sgorgava in lui anche la comprensione del monachesimo come luogo in cui si fa spazio e si dà tempo per la lectio divina, la lettura amorosa della Scrittura e, attraverso di essa, per la lettura amorosa delle vicende e delle culture che abitano e animano la storia degli uomini e le donne di una determinata stagione e di ogni tempo.
Il mirabile discorso tenuto al Collège des Bernardins a Parigi nel settembre 2008, durante l’incontro con il mondo della cultura, rimane paradigmatico del modo che Benedetto XVI aveva di porsi come pastore del gregge di Dio e come annunciatore del Vangelo attraverso tutte le potenzialità della ragione.
La testimonianza fedele di Joseph Ratzinger fino agli ultimi istanti di vita è per noi motivo di gratitudine e stimolo a proseguire nella quotidiana ricerca del volto del Signore, nascosto nella pagine della Scrittura, nel pensiero e nell’animo umano e nel corpo sofferente dei poveri e degli ultimi.