I monaci di Bose nella pieve di Cellole
Warning: Invalid argument supplied for foreach() in /home/monast59/public_html/templates/yoo_moustache/styles/bose-home/layouts/article.php on line 44
di LIDO BARTALESI-LENZI
Cellole, divenuta la «Bose-Toscana», è ora un bocciolo o una gemma primaverile. È nuovamente destinata ad essere una luce per tutta la Regione per la testimonianza
Cellole di San Gimignano, antico borgo nel cuore della Toscana, diocesi di Volterra, domenica 7 Aprile, festa liturgica della Divina Misericordia: il vescovo Alberto Silvani, con altri 6 presuli concelebranti, ha presieduto la liturgia eucaristica per l’inizio della presenza stabile di alcuni fratelli (al momento cinque) della Comunità monastica di Bose e ne ha benedetto il Monastero.
Hanno concelebrato i vescovi di Siena, Fiesole, Pistoia, l’ausiliare di Milano Emilio De Scalzi, l’ex maestro delle cerimonie del papa Piero Marini e Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani. Assisteva alla cerimonia il vescovo emerito di Salisbury Davide Stancliffe.
Con il priore Enzo Bianchi e 30 monaci e monache di Bose, erano presenti anche il Sindaco Giacomo Bassi, il Vicesindaco e il Maresciallo Comandante della Stazione dei Carabinieri di San Gimignano; e il dottor Gabriello Mancini presidente della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena.
Numerosi gli amici, i benefattori e gli ospiti provenienti da varie parti d’Italia. Ma anche fedeli della diocesi di Volterra e di quelle limitrofe. Tutti per incoraggiare l’avvio di questa nuova esperienza e manifestare il loro affetto e il loro apprezzamento, il loro sostegno e la loro gratitudine ai monaci.
All’inizio della cerimonia fratel Enzo Bianchi ha ricordato il lungo e impegnativo percorso che, dal 1965 data di nascita di Bose, ha portato fino a questo quarto inizio, dopo Gerusalemme, Ostuni e San Masseo ad Assisi. E ne ha sottolineato la specificità e la particolarità. Così come, prima della conclusione, ha ringraziato, anche nominativamente, tutti coloro che si erano adoperati, in vario modo e a vario titolo, per realizzare la nuova Cellole. Fra molti l’architetto Carlo Fantacci e il suo studio, ideatore e curatore dello stupendo e magistrale recupero architettonico, in perfetta armonia con l’ambiente e il paesaggio circostante.