Messaggio di Bartholomeos I, Patriarca Ecumenico
IX Convegno Liturgico Internazionale Bose, 2–4 giugno 2011
ARS LITURGICA
L'arte a servizio della liturgia
Organizzato dal Monastero di Bose
in collaborazione con Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici
della Conferenza Episcopale Italiana
MESSAGGIO DI BARTHOLOMEOS I, PATRIARCA ECUMENICO
amati fratelli e sorelle,
partecipanti al convegno liturgico,
è con grande gioia che ci rivolgiamo a voi per benedire il vostro raduno accademico internazionale che indagherà il tema dell’Arte liturgica: l’arte a servizio della liturgia.
Se, come canta il salmista, il nostro Signore è “estremamente bello” (Sal 44,2) e se, come ha scritto Fëdor Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”, allora la liturgia è il luogo in cui l’arte e la liturgia si uniscono per esprimere la comunicazione tra il cielo e la terra e la comunione tra Dio e il mondo.
Davvero, ciò che la liturgia fa in termini di canto spirituale e arte, l’architettura lo realizza in termini di spazio materiale e creazione geometrica. In fondo lo spazio e la geometria condividono lo stesso linguaggio della liturgia e dell’arte. Essi articolano la stessa verità e parlano il linguaggio della teologia. Che cos’è la verità? Che cos’è la teologia?
La tradizione ortodossa confessa e proclama che la Parola di Dio, che per natura è inconcepibile, è stata tuttavia concepita nel grembo umano di una Vergine, Maria di Nazaret. Attraverso la “Theotokos”, la divinità incomprensibile del Padre celeste è in qualche misura misteriosamente e misticamente – non diversamente da quanto avviene nelle icone e attraverso l’architettura – compreso e contenuto nel cuore dell’uomo. Come confessano i padri, la natura indescrivibile e inaccessibile del Dio vivente è resa descrivibile e accessibile nella carne umana e nella creazione materiale.
Arte e architettura, quindi, sono un richiamo visibile della vocazione celeste. Sono degli indicatori che rimandano a una realtà suprema. Ciò è precisamente il motivo per cui il legno delle icone portatili sono spesso concave: questo perché l’icona è un invito a un altro mondo, a un mondo interiore. In più, le figure degli affreschi sui muri sono spesso dipinte con proporzioni appena superiori a quelle umane: questo perché gli affreschi esprimono un invito a sollevarsi al di sopra delle attese quotidiane. E ciò è anche il motivo per cui l’architettura religiosa attira il fedele sia verso l’interno (verso il cuore) sia verso l’alto (i cieli): questo perché i mattoni e la malta fungono da invito alla conversione interiore e alla trasformazione cosmica.
In una parola, la liturgia e l’arte sono comprese al meglio in termini di incontro e di relazione. Coloro che fanno liturgia e coloro che creano sono attirati in una relazione con Dio stesso! Nella piena consapevolezza, dunque, di questa temibile concezione della liturgia e dell’arte, trasmettiamo a tutti voi le nostre più ferventi preghiere in vista di proficui risultati e di sempre nuovi contributi in questo decisivo campo della vostra ricerca accademica e della vostra creatività artistica.
sua santità
il patriarca ecumenico Bartolomeo