11 luglio 2024
“Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. La domanda che il vangelo di oggi, per questa festa di san Benedetto, pone in bocca al ricco è la domanda che abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna, in maniera più o meno consapevole, e che è all’origine di ogni cammino di vocazione cristiana e monastica, se davvero comprendiamo la “vita eterna” come quella pienezza di vita che inizia già qui e non riguarda solo l’al di là. Che cosa fare dunque per avere la vita vera?
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10 luglio 2024
Il brano evangelico odierno presenta la comunità dei dodici apostoli (Mt 10,2) nel momento in cui Gesù li invia per ad annunciare in opere (v. 1) e in parole (v. 7) che “il Regno dei cieli è vicino” (v. 7). L’impegnativa testimonianza dell’avvento del Regno è affidata a un esiguo numero di uomini disomogenei tra di loro: che cosa potrà tenerli insieme e come potranno adempiere l’incarico loro affidato da Gesù?
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9 luglio 2024
Due ciechi seguono Gesù e gli chiedono di aver pietà di loro. A differenza degli altri sinottici, Matteo non esplicita che chiedono di riavere la vista, e nemmeno Gesù fa menzione di questo dato che resta non detto. Semplicemente i due ciechi credono che Gesù può fare “questo”, cioè aver pietà di loro. E “questo” si traduce nel rendere loro la vista. C’è piena empatia tra i ciechi e Gesù: questi infatti sanno che basta invocare pietà da Gesù ed egli troverà il modo per rispondere al loro bisogno primario.
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8 luglio 2024
“Gesù passò facendo del bene e guarendo perché Dio era con lui”: il brano evangelico odierno è la narrazione di questa affermazione che si trova nel discorso che Pietro fa nella casa di Cornelio (Cf. At 10,38). Gesù è sollecitato da un capo ad andare da lui perché sua figlia è morta e mentre segue quest’uomo una donna lo tocca ed è guarita dalla sua malattia.
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6 luglio 2024
Nel brano precedente Gesù si è seduto a tavola con pubblicani e peccatori e lì i farisei chiedono conto di questo gesto scandaloso, non a Gesù ma ai suoi discepoli. Qui sono i discepoli di Giovanni Battista che si avvicinano a Gesù e gli chiedono conto del comportamento, non suo ma dei suoi discepoli, in merito al digiuno. Domande più che lecite, anche se poste non ai diretti interessati, quasi ad attenuarne la carica provocatoria e a smorzare la replica diretta.
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5 luglio 2024
Gesù non è venuto a chiamare “i giusti” (cf. v. 13). Gesù dice: “Seguimi”, chiama un peccatore. “Un uomo seduto” (v. 9) di nome Matteo lo segue. In un solo versetto è condensata la resurrezione di Matteo uomo “seduto” che in un istante, per la potenza di una sola parola cambia postura diventa uomo anastas, un terrestre che assume la postura del risorgente.
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4 luglio 2024
Gesù vede, “vede la fede” di quel paralitico e dei compagni che lo portano. Non si limita a notare che hanno fede, non si gongola nel considerare che essi credono nelle sue capacità taumaturgiche. Il suo sguardo non si fissa né sulla fede in astratto, né su sé stesso ma su quegli uomini: Gesù vede la loro fede. Sa che per loro la malattia è conseguenza del peccato e non si sofferma a smentire questa convinzione tradizionale. Lo farà altrove (cf. Gv 9,3), ma qui non lo ritiene necessario. Gesù vede quell’uomo e capisce che un semplice “alzati e cammina” non gli basterebbe. Quell’uomo è schiacciato dai sensi di colpa, letteralmente paralizzato dalla sensazione di essere stato punito da Dio, ma crede che quel nazareno può liberarlo. È questa la fede che Gesù vede e così a quell’uomo dice: “Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati”.
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3 luglio 2024
Dopo la celebrazione liturgica nei giorni scorsi della solennità dei santi Pietro e Paolo e della festa del Collegio apostolico, oggi facciamo memoria ancora una volta di un amico e discepolo di Gesù, testimone insieme agli altri apostoli della sua risurrezione. È Tommaso, che compare discretamente nelle liste dei nomi dei dodici apostoli nei vangeli sinottici, e che l’evangelista Giovanni ci presenta con le sue tinte caravaggiesche, come un nostro fratello “gemello” – Didimo – nell’esuberanza febbrile e passionale, nella ricerca ansimante della verità, nell’inquietudine, nella doppiezza, nel dubbio, nella titubanza.
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2 luglio 2024
Matteo rilegge in chiave ecclesiale e cristologica l’episodio della tempesta sedata. La barca è la chiesa chiamata ad attraversare il mare della vicenda umana, acque avverse da spaventare al punto da sentirsi perduti. Un “grande sconvolgimento”, un risveglio della coscienza alla consapevolezza che la fedeltà a Gesù e al suo vangelo possono costituire un segno di contraddizione da generare avversione e persecuzione fino alla condanna a morte.
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1 luglio 2024
Il capitolo 8 di Matteo inizia con la discesa di Gesù dal monte in cui ha pronunciato il più celebre dei suoi discorsi: anche lì, come nel vangelo odierno, questo spostamento di Gesù era dettato dalla visione delle folle (cf. Mt 5,1). Questa volta cosa spinge Gesù ad andare non verso l’alto ma oltre? Forse l’avere iniziato a “sporcarsi le mani”.
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29 giugno 2024
Un vangelo che mette Pietro di fronte a Gesù. Pure Paolo, che il rabbi di Nazaret non l’aveva incontrato, un giorno si è trovato di fronte Gesù. In questo faccia a faccia con il Cristo, Pietro e Paolo hanno imparato a stare uno di fronte all’altro, nella Chiesa dell’unico Messia.
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28 giugno 2024
«Non v’è carenza di orrore nel mondo. Se l’uomo chiudesse gli occhi su di esso, ve ne sarebbe ancor di più. L’uomo, tuttavia, è un risolutore di problemi. Su questo schermo apparirà un’immagine di bruttezza, una visione di dolore senza sollievo che nessun essere umano dovrebbe ignorare. Spazzar via quest’orrore e alleviare le sue vittime è lo scopo di questo film e la speranza dei suoi produttori».
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27 giugno 2024
Gesù, battezzato nel Giordano, spinto nel deserto e tentato da Satana, ora prende una decisione in prima persona: “Quando seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao” (vv. 12-13). Siamo di fronte a pochi versetti, che potrebbero sembrarci un po’ aridi, un semplice elenco di spostamenti. Eppure, attraverso questo breve elenco di informazioni geografiche per poter collocare Gesù dopo gli episodi iniziali della sua vita, noi riceviamo una parola significativa ed essenziale su Gesù e sul Dio che egli è venuto ad annunciare. Una parola che è nuova ma viene da lontano.
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26 giugno 2024
Pochi versetti prima del brano che leggiamo oggi lo Spirito si rivela a Gesù durante il suo battesimo. Rivela la realtà del suo rapporto con il Padre. È il figlio, quello amato. Il Padre si compiace della sua presenza. Questa rivelazione richiede di essere vagliata all’interno della vita di Gesù. Lo Spirito stesso dopo essere stato il testimone di questa rivelazione porta Gesù verso il deserto per comprenderne fino in fondo la portata nella sua esistenza.
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